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Per chi vince

 La vittoria contro le discriminazioni

Non tutte le vittorie portano con sé una medaglia. Infatti a volte ci si dimentica che nello sport il premio più importante sono i valori che vengono condivisi, come la passione per quella determinata disciplina, la responsabilità dell’impegno quotidiano e il fairplay tra atleti.

L’atleta che per noi ha vinto contro le discriminazioni e contro i pregiudizi che non dovrebbero appartenere al mondo dello sport è Surya Bonaly, una pattinatrice franco-americana che non vinse mai né ori né medaglie mondiali a causa da una parte delle critiche sulle sue coreografie acrobatiche che, a detta dei giudici, andavano a discapito dell’interpretazione artistica, dall’altra della sua pelle nera.

Com’è possibile però che una delle più grandi pattinatrici della storia, non riuscì mai a vincere una medaglia olimpica e nemmeno un oro mondiale?

LA STORIA

Surya, nata nel 1973 a Nizza, imparò a pattinare dalla mamma adottiva, che fu per lungo tempo anche la sua allenatrice. Tra i suoi fiori all’occhiello le acrobazie e il contorsionismo, che tuttavia vennero sempre additati perché la rendevano diversa dalle altre atlete con uno stile più classico.

Questo perché Surya iniziò a competere sul pattinaggio negli anni Ottanta, un periodo nel quale le competizioni nazionali e internazionali erano dominate dalle cosiddette “principesse di ghiaccio”, che molto si differenziavano dalla fisicità e dall’atletismo di un’atleta nera.

LA RIVINCITA

Surya diventò celebre per il riscatto che riuscì a conquistare durante l’International Skating Union, una competizione agonistica, durante la quale lei si esibì inserendo nella sua interpretazione un salto mortale all’indietro diventando l’unica atleta, uomini compresi, a saperlo fare atterrando su un piede solo.

Da quel momento, non fu più possibile mettere in discussione la sua bravura e la Bonaly riuscì a conquistare il titolo di campionessa francese dal 1989 al 1997 e diventando anche campionessa europea per cinque edizioni consecutive dal 1991 al 1995. Tuttavia, nonostante queste vittorie, non vinse mai i campionati mondiali ISU e alle olimpiadi.

Alla fine della sua carriera agonistica, dopo le Olimpiadi di Nagano del 1998, si trasferì in America dove si esibì nello spettacolo su ghiaccio Champions on Ice.

IL RACCONTO ANCHE SU NETFLIX 

A tenere vive nei cuori delle persone l’impegno e le difficoltà vissute da Surya Bonaly, ci ha pensato Netflix, raccontando la storia della pattinatrice nell’episodio Giudizio di Losers.

La serie documentaria, uscita nel 2019, descrive le storie di 8 atleti che hanno trasformato l’agonia della sconfitta in un trionfo umano.

Storie che vanno ricordate e celebrate come meritano: noi suggeriamo di farlo con un brindisi, magari con gli amici, guardando la serie che racconta le storie di questi straordinari atleti. 

Il vino giusto? Prosecco DOC Treviso Brut Nature di Serena 1881, deciso, ma anche profumato e armonico. Come il movimento fluido di una pattinatrice.

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